La Stella del Texas (Galveston, Tex.), Vol. 5, No. 18, Ed. 1 Friday, May 5, 1916 Page: 1 of 6
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ANNO V. - N. 18
PREZZO 5 CENI S
GALVESTON-HOUSION, TEXAS, Venerdì 5 Maggio 1916
LA
STELLA DEL TEXAS
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(ITALIAN WEEKLV NEWSPAPER)
OFFICE: 2015% Strane!, GALVESTON. Texas
L’EROE
Invitato da un giornale francese ad
esprimere il suo pensiero sull’ora at-
tuale, Guglielmo Ferrerò ha risposto:
“Credo che un nuovo Biondo incomin-
ci; ma come in tutte le opere di in-
tensa creazione, lo spirito di sacrifizio
di pazienza di fede, tutte le virtù dif-
ficili, insomma, saranno messe a dura
prova. I “tempi facili’’ nei quali la no-
stra generazione visse fino al l.o di
agosto 1914 sono finiti”....
E -— si può aggiungere — tutti co-
loro che sono fuori delle giovinezza,
non li vedranno piai più....
“I tempi facili!”. Eppure nessuno di
noi s’era accorto di aver passato la
prima parte della vita in tempi “fa-
cili”.... Anzi, ci erano parsi difficili;
perchè anche noi siamo venuti a vive-
re in un’età e in un paese che usciva
da una radicale e profonda rivoluzio-
ne politica: noi siamo stati i primi
cittadini — in ordine di tempo — del-
l’Italia nuova. Così che, anche noi, ab-
biamo trovato tutto da fare — o da
rifare — in questo meraviglioso edifi-
cio che i buoni artieri avevano tirato
su “a fundamentis” dal ’48 al ’70! per-
chè essi, i valorosi, non avevano po-
tuto far altro — e fu assai! — che
compier l’opera di costruzione esterio-
re. Ma a render la casa abitabile, con-
fortevole, comoda, degna insomma dei
preziosi cimeli di gloria che vi sono
custoditi, a questo dovevamo pensar
noi....
Nè si può dire — a voler esser giu-
sti — che non ci abbiamo pensato. Non
ci è mancata nè la buona volontà, nè
la diligenza, nè l’assiduità al lavoro,
nè l’esperienza derivata dalle nostre
antiche memorie e dalle più recenti
dolorose prove.... Due cose ci man-
carono però: e l’una per colpa nostra,
l’altra — diremo così — per colpa di
maligne stelle: ci mancò la fede e ci
mancò il genio politico.
C’è mancata la fede sicura orgoglio-
sa imperturbabile nel nostro avvenire :
lieti, soddisfatti.... un poco anche
(confessiamolo) sorpresi che la for-
tuna ci avesse dato in due o tre de-
cenni quella Patria libera, una, indi-
pendente che essa ci aveva negato con
pertinace crudeltà durante tredici o
quattordici secoli, noi ci siamo ada-
giati troppo quietamente ad assapora-
re quel frutto che — relativamente,
s’intende — non c’era costato molta
fatica e il quale, appunto, dovevamo !
più alla fortuna che.al merito nostro-
Fra le tante invenzioni della nostra
fantasia, la più perniciosa all’Italia
dei nostro tempi fu senza dubbio quel-
la del famoso “stellone d’Italia”.... ;
Sì; Roma, Cesare, Augusto, l’impe-
ro, e le aquile romane, il Campidoglio
erano spesso sulle nostre labbra, e non
nego che fossero anche nei nostri cuo-
ri: ma erano per noi scuola di lettera-
tura e non di vita: splendide cose, di
cui eravamo gelosi e superbi, ma cose
da Museo. Questa nostra formidabile
grandezza politica ci pareva una cosa
ben morta, troppo sicuramente morta:
e a noi, come al discepolo di Gesù,
mancò la fede nella risurrezione dei
morti.... E ci pareva che quando da-
vamo opera a restaurar l’agricoltura
l’industria e le finanze dello Stato, fa-
cevamo tutto quello che i nuovi —
“i tempi facili” — richiedevano ai ni-
poti di coloro che avevano dominato il
mondo intiero — col braccio e con la
mente.
E ci mancò il genio politico: morto
Cavour, questa terra ch’era stata sem-
pre anche più feconda d’ingegni che
di biade, parve isterilirsi: l’Eroe del
pensiero è mancato al nuovo Regno di
Italia....
Ebbene: com’è avvenuto talora che
una forte scossa morale facesse riac-
quistar la favella o la ragione a chi
le aveva perdute, così questa formida-
bile scossa che la guerra europea ha
impresso al nostro organismo naziona-
le, ha compiuto ora — s’io non erro —
il miracolo. Non solo abbiamo riaccqui-
stato la fede in noi, nel nostro avve-
nire, nel fulgido destino politico ed
economico che è segnato dalla Natura
ad una Nazione posta in mezzo al gran
mare dell’Europa e che è ponte fra
l’Europa l’Africa e l’Asia; ma è sorto
anche, fra le Alpi e il mar di Sicilia,
l’Eroe.
E l’Eroe —- eroe del pensiero e del
braccio, perchè vivo e vede lucidamen-
te la sua strada e sa conquistarsela —
è il nuovo Popolo d’Italia.
Homo.
LE OSSA DI
GUIDO BOGGIANI
Trattandosi delle ossa di un nostro
infelice e compianto connazionale, as-
sassinato anni addietro nel Paraguay
a scopo di rapina, del mio non ci met-
to nè sale nè pepe. Solo copio fedel-
mente dal Bollettino della Reale So-
cietà Geografica Italiana una comuni-
cazione, onde offrire ai miei gentili
lettori l’opportunità di vedere Inte-
resse e le cure che il nostro provvido
Governo prende per i nostri emigrati
all’estero, specialmente se questi si
rendono degni, in un modo o nell’altro,
di patrie benemerenze, malgrado le
grandi attenzioni della guerra, in que-
sto momento storico per l’Italia e per
la civiltà.
Eccola:
Da quando, nel 1902, lo Spagnuolo
Josè Gancio, invitato alla ricerca di
Guido Boggìani nel Giaco paraguayo,
ritrovò il cadavere dello sventurato e-
sploratore e quello del suo fedele com-
pagno Gavilan, uccisi barbaramente
dai Ciamacoco, le ossa dei due infelici
vennero ricomposte e depositate nella
Sede della Società Italiana di Mutuo
Soccorso in Assunzione del Paraguay.
Ivi rimasero fino alla fine dello scor-
so anno, quando il nostro R. Ministro
Cav. Adolfo Rossi, per dare più deco-
roso e stabile collocamente a quei re-
sti, fece costruire, col concorso di al-
cuni connazionali, due ricche urne con.
piedistalli scolpiti in legno, ma per
le ossa del Boggiani, l’altra per quelle
del Gavilan, e si adoperò affinchè le
urne venissero accolte e custodite nel
Museo Nacional Paraguayo, che con-
tiene altri ricordi storici, una ricca
Biblioteca e vari quadri di insigni pit-
tori italiani.
La cerimonia della consegna fu im-
ponente, ed ebbe luogo il 19 dicembre
1915, con l’intervento dei Ministri de-
gli Affari Esteri e dell’istruzione del
Paraguay, nonché un scélto e nume-
roso pubblico.
Il Ministro d’Italia, rivolgendosi ai
predetti funzionari e al Direttore del
Museo, eseguì la consegna delle urne
pronunziando le seguenti parole:
“In nome del Governo Italiano, della
Società Italiana di Mutuo Soccorso di
Assunzione e di tutti i miei connazio-
nali residenti nella Repubblca, ringra-
zio vivamente il Governo del Paraguay
e la Direzione di questo Istituto per
l atto sommamente gentile ed ospitale
di accogliere e custodire nelle sale del
Museo Nazionale gli avanzi di Guido
Boggiani e del suo fido compagno Ga-
vilan.
“Artista proteiforme, sul tipo di quei
grandi che da Leonardo da Vinvi a
Benvenuto Celimi illustrarono il Ri-
sorgimento Italiano, Boggiani era nel
medesimo tempo geniale pittore ed
acuto scrittore, ardimentoso esplora-
tore e intelligentissimo etnografo; de
la sua straordinaria attività conservan
i numerose prove le biblioteche, le pi-
nacoteche e i musei scientifici di Eu-
ropa.
“Il Paraguay, per studiare le cui pa-
ti e tribù ancora meno note incontrò
una fine prematura, era del Boggiani
una seconda patria, diletta per la ric-
chezza e varietà eccezionale delle bel-
lezze di natura. Mi piace pensare che
il suo spirito aleggiante intorno a noi
sorride oggi certamente, come direbbe
il B., ed acconsente con gratitudine
alla comune decisione di conservare
i suoi avanzi in questa terra, ove egli
passò lavorando gli ultimi anni di sua
vita. Per noi questo fatto è un nuovo
e profondo vincolo di amicizia e di fra-
tellanza fra il Paraguay e l’Italia.
“Ed è con questo sentimento che
consegno le urne e che rinnovo i miei
atti di animo grato e memore anche
per i parenti dell’estinto, i quali han-
no scritto promettendo di mandare al
Museo uno degli ultimi quadri del com-
pianto artista, in segno della roro pro-
fonda riconoscenza.
L’illustre direttore del Museo, signor
Juansilvano Godoi, nel prendere quin-
di in consegnar le urne, pronunciò un
elevato discorso, nel quale tratteggiò
magistralmente l’opera di scrittore, di
artista e di esploratore del compianto
Boggiani.
L. B.
——.—-o—--
L’Indipendenza negata alls Filippine
La Camera dei Deputati ha votato
contro il progetto di legge Clark che
voleva dare completa indipendenza ai
Filippini nel periodo di quattro anni.
Il progetto in questione raccolse 213
voti contrari e 165 favorevoli.
PURIFICAZIONE
Secondo ciò che scrive il signor
Morel in una Rivista francese, la prin-
cipale ragione per cui vi sono in Spa-
gna poche simpatie per la causa degli
Alleati e molte per quelle dei tedeschi,
condiste in un’invincibile avversione,
non tanto politica quanto spirituale,
del popolo spagnuolo per i suoi vicini
d’oltre Pirenei.
In verità, se si guarda alla storia,
non si può negare che la Spagna non
ha grande ragione di amar la Fran-
cia: ma, Dio mio!, se le simpatie —
e specialmente le alleanze — dei po-
poli fra loro dovessero aver riguardo,
sempre e soltanto, alle ragioni della
storia, se ne vedrebbero di belle! O
sia — probabilmente — si vedrebbe
questo: che ogni nazione dovrebbe a-
vere la più illimitata e malevola sfi-
ducia verso le altre; perchè non v’è
nazione che non abbia verso tutte le
altre, senza eccezione, motivo di ven-
detta o di avversione o di antipatia.
I torti i soprusi le lotte politiche ed
economiche fra ì popoli sono infatti
quello che è la maldicenza fra gli in-
dividui: una moneta che va e torna
da tutte le mani e in tutte le mani, e
di ciascuno è, a volta a volta, spendi-
tore e acquirente....
Non sono dunque soltanto le ragio-
ni storiche quelle che mantengono la
Spagna in un’attitudine di mal dissi-
mulata ostilità di spiriti contro la
Francia: ma vi sono specialmente, se-
condo il professore francese, dei “pre-
giudizi di moralità”.
Già — intanto — questa corrente
di ostilità è pertinacemente mantenu-
ta e incoraggiata dal clero spagnuolo,
la cui influenza sul popolo è ancora
notevolissima. Il clero spagnuolo “ha
paura” della Francia Giacobina e vol-
terriana: paura dell’esempio che vie-
ne da un paese la cui Costituzione è
irrevocabilmente fondata sulla sepa-
razione completa e assoluta della
Chiesa dallo Stato, e paura dell’influen
za che un’alleanza o anche una sem-
plice simpatia politici potrebbe avere
su quell’ordinamento dello Stato Spa-
gnuolo, che, dai tempi e dai metodi
di Filippo II, è cambiato piuttosto ne
le forme esteriori che non nella sua
intima e profonda essenza.
Ma v’è un’altra ragione ch’ancor più
largamente e robustamente mantiene
il distacco spirituale fra le due nazio-
ni; e la ragione è questa: la Francia,
nel concètto dello spagnuolo, è “una
nazione immorale”. Secondo una vasta
e minuta indagine che l’autore dell’ar-
ticolo ha fatto in tutte le classi dei
sudditi di Re Alfonso, il motivo prin-
cipale per cui tutte le simpatie degli
spagnuoli si volgono verso i tedeschi
sono — agli occhi iberici — un popolo
pieno di virtù borghesi; dove è tenuto
in grande venerazione il culto della fa-
miglia, dove i mariti sono fedeli, dove
le donne sono caste, dov’è in onore il
legittimo imeneo. Parigi invece — e
la Francia è Parigi — è la “gran Ba-
bilonia” dell’età moderna; e i buoni
borghesi di Toledo e di Cadice —: che
hanno fatto la loro educazione politico-
sociale sui romanzi di Paul de Rock
o di Eugenio Sue, ma che hanno an-
che ascoltato gli strabilianti racconti
di quelli di loro (e son tanti) che sono
andati a far la loro “settimana di gio-
ia” sulle rive della Senna — sono, in
fondo, persuasi che non v’è madre di
famìglia, a Parigi, la quale nelle ore
piccole della notte, non vada a ballare
il “can-can” in qualche “cabaret”....
o, almeno, non si compiaccia di vederlo
ballare....
Qui, naturalmente, vien fatto di pen-
sare che — a parte l’esattezza di que-
ste impressioni il pudibondo orrore da
esse inspirato negli animi degli spa-
gnuoli, dovrebbe esser confortato da
questo elemento di fatto: che la vita,
cioè, fra i Pirenei e Gibilterra, fosse
uno specchio di moralità.... Su di
che è lecito — e basta aver passato
qualche giorno (o qualche notte) a
Siviglia o a Madrid o sulla spiaggia di
Biarritz —di aver dei ragionevoli dub-
bi....
Ma, comunque, e anche tenuto con-
to di queste obbiezioni di carattere
soggettivo, io pensavo, leggendo l’acu-
to e coraggioso articolo, che la Fran-
cia attuale — nonostante lo splendido
magnifico esempio di virtù civili e
patriottiche che da un anno e mezzo
sta dando al mondo ammirante — pa-
ga, anche in ciò, la pena del suo “dè-
vergondage” parigino. Perchè può es-
sere che nella Parigi di questi ultimi
anni la corruzione non fosse più va-
sta e più profonda che in altre capi-
tali, ma' il fatto è che essa era indeco-
rosamente e disgustosamente cacciata
con uno strano pervertimento di ogni
LA GUERRA EUROPEA
1 FRANCESI CONQUISTANO NUOVO
TERRENO NELLE VICINANZE DI
VERDUN — UNO ZEPPELIN DI-
STRUTTO IN NORVEGIA. — SAN-
GUINOSA BATTAGLIA FRA ITA-
LIANI E AUSTRIACI PRESSO A-
MADELLO.
In uh brillantissimo attacco nei pres-
si de “L’Uomo Morto” i francesi riu-
scirono a conquistare al nemico una
considerevole quantità di posizioni.
Nella sanguinosa mischia i francesi
catturarono duecento prigionieri e un
buon numero di mitragliatrici.
Sul fronte Franco-Belga non sono
avvenuti combattimenti di grande im-
portanza per quanto le artiglierie di
ambo le parti siano incessantemente
in azione.
Il dirigibile L-20 — tipo zeppelin —
è stalo distrutto presso le coste nor-
vegine, e più precisamente, nei din-
torni di Hafso Firth.
Circa la metà del personale di bor-
do è riuscita a porsi in salvo.
Per quanto una relativa calma sia
prevalsa sul fronte Italo-Austriaco in
questi ultimi giorni, pure una sangui-
nosa battaglia è ora in progresso.
La mischia odierna si svolge nel set-
tore di Amadello, che secondo i cri-
tici militari, è una delle piazze forti
austriache ed ha un grandissimo va-
lore jlal punto strategico.
Le artiglierie italiane coadiuvano
mirabilmente l’opera delle nostre fan-
terie.
— --o——--
ÈCHI DELLA RIVOLUZIONE
IRLANDESE.
Patrick Pearse, Thomas Mac Do-
nough, Thomas J. Clark e James Con-
nolly, quest’ultimo già residente di
New York, furono condannati a morte
dalla Corte Marziale istituita in Irlan-
da dalle Autorità Inglesi, e fucilato ne
la mattina del 3 corrente.
Là notizia ha prodotto una profon-
dissima impressione, per quanto fosse
nota la severità della repressione del
moto insurrezionale da parte dell’In-
ghilterra.
Sir Roger Casement è sempre in-
ternato nella “Torre di Londra” e sa-
rà giudicato dalla Corte Marziale pros-
simamente.
-------o----— .
LA SITUAZIONI MESSICANA
Secondo gli ultimi rapporti ufficiali
diramati dalla Casa Bianca sembra
che il Presidente Wilson si occuperà
personalmente di risolvere la crisi al
più presto possibile.
Sembra anzi accertato che il Presi-
dente Wilson abbia fatto molte con-
cessioni al generale Obregon, rappre-
sentante di Carranza.
Si prevede che le truppe americane
limiteranno il loro campo d’azione av-
viandosi così al ritorno ai cari patri
lidi.
Meno male che in America ci han
fatto il callo, per dirla col fiorentin
burlone!
---—o——---
Lo sciopero di Pittsburg
Ventimila operai meccanici sono an-
cora in sciopero a Pittsburg, e un com-
ponimento della divergenza non sem-
bra troppo vicino, avendo i proprieta-
ri approfittato dell’opera di numero-
sissimi krumiri.
Anche in questo sciopero, a onore e
gloria della grande Statua della Li-
bertà, il sangue vermiglio del lavora-
tore è stato versato in prò della causa
di Redenzione, per la quale i non desi-
derati “foreigners” muoiono da eroi.
Inutile dire che i responsabili mate-
riali di quest eccidi, sono i signori “A-
merican Citizens”, sheriffi giurati al
soldo del padrone.
valore morale, davanti agli occhi di
tutti.... Per questo lo scrittore fran-
cese — che dà imparzialmente il fatto
suo alla Spagna e alla Francia — con-
clude giustamente che dagli orrori de
la guerra verrà fuori certamente un
beneficio che sarà, per la Francia, e
norme: “la purificazione di Parigi”....
E non v’è amico della Francia il qua-
le non auguri che sia così.
I. Fo
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LA DEA RAGIONE
I.
Quando nelle terribili giornate del
“Direttorio” (Rivoluzione Francese) il
popolo in un cruente furore annientò
e Chiesa e Nobiltà, sembrò per un mo-
mento che l’uomo, rivendicato i suoi
diritti manomessi divenisse libero e da
soggezioni di classi e dall’incubo di
Dio! Ma negli stessi giorni, la più av-
venente ragazza del popolo, viene mes-
sa sugli altari e proclamata l’adora-
zione della Dea Ragione....
Quella gente che avea assorbito l’in-
segnamento degli “Enciclopedisti”
francesi I), e scritto col sangue l’ul-
timo capitolo della Rivoluzione del
1799, aveva saputo rinunziare alle tra-
dizioni secolari, rinnegare i loro de-
spoti e proclamarsi liberi come il sole
che illuminava le scene rosseggienti
di quei giorni fatidici, ma non strap-
parsi dal petto il bisogno di adorare
qualcosa che fosse l’ideale, il condot-
tiero, l’ispiratore nella nuova vita che
si profilava sull’orizzonte. Gli è per-
chè l’adorazione nacque coll’uomo e
l’uomo sentì dall’origine la nostalgia
del divino.
Ancora oggi in tempi di raffinata
evoluzione mentale, l’uomo libero da
pregiudizi aprioristici, sa proclamar-
si liberamente credente (nel senso
deistico, s’intende) e la scienza auten-
tica conferma in lui l’intuizione del
mondo invisible; così accanto a Ga-
lilei, a Lassalle a Keplero dell’antichi-
tà ritroviamo Oliviero Lodge, Edison,
Marconi dell’era presente.
L’Etica Religiosa o Filosofia della
Religione non è responsabile delle in-
famie sacerdotali e delle sue “restri-
zioni” dommatiche e scolastiche. Es-
sa Filosofia è una somma elaborata di
principii o “precetti morali” fissati sot-
to forma di codici (per esempio il Tal-
mut, le Favole Mosaiche) che domanda
principalmente osservanza e dirittura
di vita.
I Geni Religiosi, sotto grandi ispi-
razioni furono condotti a scrivere o
scolpire tali regole d’oro per l’umani-
tà. .Questa decadde, oltrepassò, quelle
restarono per dirci del grado d’ispi-
razione religiosa ricevuta nel tempo.
I Profeti grandi e piccoli, i “saggi”
ebbero la missione di richiamare i Re
ed i Popoli nelle ore oscene della de-
cadenza e della corruzione : furono
avvisatori e dottori della legge; uomi-
ni politici e custodi degli insegnamenti
I Sacerdoti, custodi sacri, violarono
sovente leggi e altari: ma il “Figliuol
dell’uomo” 1’ “Israello delle , Genti”
venne: conferma i Primi ed annienta,,
radia e annulla il Sacerdozio.
L’epoca nostra fatta di dubbi e di
incertezze domanda: che cosa codesto
Maestro delle genti venne a fare? Egli
venne per Confermare le profezie mes-
sianiche, venne per segnare un più va-
sto orizzonte alla fratellanza umana
come scaturente da una unica paterni-
tà in Dio; proclamò la creatura libera
nel grande amore del Creatore, riaffer-
mò la immortalità dell’anima. Ma la
Scienza Moderna, mi si dice, pone co-
desta immortalità fuori dell’ordine rea-
le: ma di quale scienza moderna si
parla?
La scienza moderna ha la caratteri-
stica e il vanto di essere essenzial-
mente sperimentale; e quale esperi-
mento ha dimostrato che l’anima non
sopravvive, non ricorda, non sente? La
scienza materialistica ha messe in-
nanzi delle ipotesi tale e quale come la
scienza spiritualista: con questa dif-
ferenza che, la scienza materialista,
affermando che la materia si trasfor-
ma ma non perisce e in pari tempo ne-
gando che l’anima sopravviva, condan-
na alla fine solamente ciò che è pen-
siero, ciò che è sentimento, ciò che
è creazione, arte, scienza, poesia; ciò
che è la dignità e la gloria dell’uomo.
Triste cosa se fosse vera; e intanto,
oggi, ripugnante alla logica.
Il nostro popolo latino reagisce, ed
io lo trovo naturale, alle strettoie di
una soggezione ecclesiastica, ad un
sacerdozio non sempre degno della sua
missione: l’una e l’altro cooperatori
di oscurantismo di misoneismo; ma
si è andato troppo oltre in materia di
negazione ed ora se ne vede il frutto...
Nella tema che ha bevuto il sangue
dei martiri del libero pensiero, da
Bruno a Campanella, da Savonarola a
Ochino, e che ha visto l’unità nazio-
nale ostacolata da una politica papista,
si può, dico, protestare contro la Chie-
sa politicante, ma non rinunziare nel-
la libertà di cui gode, all’adorazione di
un Dio in Ispirito e Verità, adorazio-
ne che non degrada l’individuo ma lo
innalza nella lotta per la vita! E ciò
perchè la religione, intesa nel senso,
più alto, è parte integrante del pa-
trimonio nazionale; tutta la lettera-
tura di questi giorni è permeata da
tale spiritualità che accresce e raffor-
za i valori morali e le gesta di erav-
amo più che indebolirlo e affievolirla
Così in Francia una ondata ispiratrice-
è passata su tutto e su tutti dai giorni
della guerra e sembra che essa si ri-
tempri in un sacro fervore spirituale,.
Oggi Paolo Orano, autentico filosofo
ed economista italiano e fra i più fej>
venti e dotti professori di materiali»
smo storico, esalta i valori morali e-
riempie dei suoi scritti superbi e sma-
glianti proprio le riviste religiose.
Sì, il cristianesimo genuino, sempli-
ce e vivificante dei primi secoli è sta-
to purtroppo depresso sotto il plum-
beo capriccio di una teologia che vor-
rebbe staccare l’uomo dalla terra per
pignoreggiarlo, ma noi chiudiamo pei
momento queste note con la protesta,
del nostro Grande Mazzini:
“A coloro che vi dicono la terra &
“fango, la vita la valle dell’ombra dei-
ria morte; staccatevi dalla prima
“quanto più potete e non date più va-
“lore che non merita alla seconda. —
“A coloro che vi dicono così dite pure:
“Dio non lo conoscono. —
Dr. LUIGI MARTUCCI
I) Enciclopedisti furono gli scrittori
francesi che con i loro scritti prepara-
rono la Rivoluzione Francese.
Il Purgatorio è dottrina insistente e
sconosciuta nei Testi Sacri ritenuti
come Canonici. Essa proviene da
concezioni filosofiche estranee al
Cristianesimo.
L’Inferno — Non è nè topografico,
nè letterale, nè dinamico, ma una
stato d’animo, una condizione che
risponde logicamente al criterio dì.
giustizia.
Paradiso — E’ la continuità della vita
nella pienezza di sviluppo: concetto-
basato sulla immortalità dell’anima
che non si spegne ma va ad assu-
mere nuova forma di vitalità.
Ora se il Sacerdozio sfrutta le fiam
me dell’inferno e le pene del Purga-
torio per castrare nell’uomo la libertà
di pensiero e di coscienza e farne au-
tomi proni alle mire terrene di domì-
nio, ciò non infirma nè punto nè poco,
la potenzialità e la bontà del sentimen-
to religioso che ispira ben altri ideali'
e ama raggiungere finalità di carattere
altruistico e non egoistico.
E come non è logico richiedere che
i sentimenti umani, come l’amore, l’ar-
te, la virtù diventino nell’uomo sem-
plici istinti meccanici, così è fuori l’or-
dine naturale dstruggere il sentimento
religioso che non esclude la vita ma
rientra nella vita come guida come
norma, come ispirazione verso il bene-
E’ una idea tutta personale poi che
la gioventù nella sua educazione rice-
vesse dei semplici insegnamenti, al
di fuori di ogni speciale catechismo,
denominazionale, ma dedotti dalle,
grandi norme del Cristianesimo ori-
ginale. E questo non creerebbe degli
inetti, ma degli uomini!
Note dell’Autore.
Malgrado si tratti di un “professio-
nista” della cristiana dottrina, di uno
cioè che ha interesse materiale imme-
diato di sostenere la tesi del deismo,,
concediamo ugualmente le nostre co-
lonne al Dr. Martucci, siccome pale-
stra libera di discussione, perchè sap-
piamo per esperienza e per opinione
quanto beneficio essa arrechi alla cau-
sa della civiltà e del progresso nella
grande evoluzione sociale, in qualun-
que campo si manifesti.
E se non fosse stata la mostruosa
castrazione del pensiero che per secoli
molti gli uomini hanno esercitata sw
gli uomini, a quest’ora certi dogmi ®
certi idoli sarebbero probabilmente
spariti dalla mente umana.
Lasciamo quindi la piena libertà ai
Dr. Martucci di esporre le sue idee
sulla religione e su Dio. Terminata ffi
compito, sarà la volta del
Compilato^.
Tutti quegli abbonati che non sì Iwk
vano in regola con la nostra
strazione, sono vivamente pregati
rimetterci l’importo del loro abbona»
mento. Ve ne sono molti che non fean»»
no pagato per anni ed anni. Seguane»
semplicemente il proverbio che dices
“meglio tardi che mai” e si faccia^
vivi una buona volta.
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La Stella del Texas (Galveston, Tex.), Vol. 5, No. 18, Ed. 1 Friday, May 5, 1916, newspaper, May 5, 1916; Galveston, Texas. (https://texashistory.unt.edu/ark:/67531/metapth1183177/m1/1/: accessed July 10, 2024), University of North Texas Libraries, The Portal to Texas History, https://texashistory.unt.edu.; crediting Rosenberg Library.