La Stella del Texas (Galveston, Tex.), Vol. 4, No. 20, Ed. 1 Saturday, May 15, 1915 Page: 3 of 6
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Il Consumo delle
munizioni in guerra
COME SI RIFORNISCONO I
COMBATTENTI.
Le artiglierie a tiro rapido, i fucili
a ripetizione, le mitragliatrici automa-
tiche, implicano un consumo di car-
tucce e di proiettili che giustamente
impressiona le autorità militari dei ra-
ri Stati, incaricate di provvedere ai
bisogni degli eserciti in guerra.
I dati ufficiali delle ultime campa-
gne, relativi all’enorme sciupìo di mu-
nizioni (guerra russo-giapponese),
guerra italo-turca, guerra balcanica)
ci presentano cifre allarmanti, e ci di-
mostrano che, non ostante la breve
durata della guerra, le risorse dei va-
ri eserciti in dotazioni di munizioni di
da fuoco, e l’intenso lavorìo negli sta-
bilimenti pirotecnici durante il conflit-
to, non sono sufficienti ai veri bisogni
del campo, di guisa che non è improba-
bile che in alcune circostanze venga a
mancare il mezzo per proseguire Fazio-
ne di fuoco durante il combattimento.
Oggi che la guerra delle grandi na-
zioni minaccia prolungarsi smisurata-
mente con azioni che durano ininter-
rotte da mane a sera e con sviluppo di
fuoco di artiglieria assai intenso, con
partecipazione quotidiana al combat-
timento di quasi mezzo milioni di fu-
cili e migliaia di mitragliatrici, il con-
sumo delle munizioni va assumendo
proporzioni sempre maggiori. Onde la
giusta curiosità, nei più di conoscere
come e con quali mezzi si provveda ne
l’azione tattica a rifornire i soldati, i
pezzi e le mitragliatrici delle munizioni
che loro occorrono, perchè il combat-
timento non si affievolisca da sè per
mancanza del piombo che lo deve in-
vece alimentar^.
L’esercito russo all’inizio della cam-
pagna mancese aveva le seguenti do-
tazioni normali di munizioni: 840 car-
tucce per ogni fucile; 600 colpi per
ogni pezzo a tiro rapido; 500 colpi per
ogni cannone di vecchio modello, per
ogni pezzo da montagna e mortaio da
campo. Queste munizioni dovevano es-
sere opportunamente distribuite fra
le truppe, le brigate di parco d’artiglie-
ria, ed i magazzini locali.
In alcune fazioni il consumo delle
munizioni per parte dell’artiglieria fu
enorme; a Tachiciao (24 luglio 1904)
sessanta pezzi del primo corpo si-
beriano spararono in 15 ore 17.000 col-
pi (283 per pezzo); a Liaoyang l’arti-
glieria del secondo e terzo corpo si-
beriano sparo’ giornalmente, per due
giorni consecutivi, 520 colpi per pezzo.
Circa il consumo medio durante la
campagna, un reggimento di fanteria
su, 4 battaglioni sparo’ 1.400.000 car-
tucce. Gli approvvigionamenti di car-
tucce, prima della guerra erano stati
calcolati sulla media di un consumo
giornaliero di 250 cartucce per ogni fu-
cile e 200 colpi per ogni pezzo da cam-
pagna.
All’inizio della guerra contro la Tur-
chia i bulgari disponevano di circa
1000 colpi per pezzo, e il consumo o-
scillo’ fra i 450 e i 500 colpi per can-
none; durante tutta la campagna, com-
presa la guerra contro la Grecia e la
Serbia, il consumo complessivo per o-
gni pezzo fu di 1076 colpi, e quello di
ogni fucile supero’ i 1500. All’atto della
pace, le batterie bulgare avevano ap-
pena 40 colpi per ogni bocca da fuoco.
II soldato francese nell’odierna guer-
ra può’ disporre delle seguenti cartuc-
ce: 254 sulla linea di battaglia e 156
tra il parco del corpo d’armata e il
parco d’armata; nelle batterie ogni
pezzo ha coi suoi elementi diretti 143
colpi, altri 62 sono colle sezioni muni-
zioni, e 155 colle sezioni di parco.
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in genere, la Francia, oltre agli stabi-
limenti militari, dispone dei cosidetti
“les Forges”i che sono stabilimenti ap-
partenenti allindustria privata, nei
quali sì fabbricano i proiettili d’arti-
glieria, inoltre tutti i polverifici e tut-
te le raffinerie di salnitri e zolfi sono
posti sotto l’autorità del ministero de
la guerra. Gli stabilimenti del servizio
delle polveri e nitri sono: laboratorio
centrale di Parigi; raffinerie di nitri
di Lilla, Bordeaux, Marsiglia; polveri-
fici di Esquerdes, Saint-Pouce, Ripault,
Pont-de-Buis, Saint-Angouleme, Saint-
Chamas, Tolosa, Saint-Mèdard, Se-
vrau-Liory; il dinamitificio di Vonges,
e una fabbrica di cotone fulminante.
Il rifornimento sul campo è fatto,
per la fanteria, colle vetture di compa-
gnia (65 cartucce per ogni soldato)
che seguono le truppe e sono vuotate
prima che si inizi il combattimento;
poscia si fanno avanzare sulla linea
dei tiratori i cassoni delle sezioni mu-
nizioni (66 cartucce per ogni fucile)
e sono incaricati della distribuzione
uomini tolti dalle compagnie di riser-
va, muniti di una bisaccia a due ta-
sche capace di 10 pacchi di 8 pacchet-
ti ciascuno.
Per l’artiglieria il rifornimento è as-
sicurato con un personale "ad hoc”
(“agente de liaison) per ciò’ che ri-
guarda i colpi delle batterie (avantre-
no e retrotreno) ; vengono poscia le
sezioni di munizioni che stanno a 1500
metri dalla prima linea e sono segna-
te son banderuole azzurre il cui rifor-
nimento si esegue per mezzo del tra-
sbordo delle munizioni e non con lo
scambio dei cassoni; infine vi è il par-
co di corpo darmata che segue in via
normale alla distanza di una tappa le
truppe del rispettivo corpo. M.
varietà!
Vaccinazione antitifica dei soldati.
Dal 3 gennaio di quest’anno, un de-
creto-legge rende obbligatoria in Ita-
lia per tutte le truppe di terra e di
mare la vaccinazione antitifica che,
praticata già in via facoltativa duran-
te la campagna di Libia, aveva dato
ottimi risultati. A sedici mila ammon-
tarono allora in pochi mesi i vaccinati,
e basti dire che fra essi si ebbe un
solo malato, in forma benigna, ogni
2000, mentre fra i non vaccinati am-
malarono di tifo 35 su mille e ne mo-
rirono 7. I primi a stabilire la obbliga-
torietà di tale vaccinazione furono gli
Stati Uniti, seguiti dalla Francia, dal
Giappone, dalla Romania, dalla Ger-
mania e dall’Austria. In Inghilterra
essa è ancora facoltativa, ma 1’80 per
cento delle reclute vi si sottopone
spontaneamente. A questo proposito,
l’eminente chirurgo inglese sir Federi-
co Treves dichiaro’ in una recente con-
ferenza che nella presente guerra vi
furono tra le truppe del corpo di spe-
dizione inglese 212 casi di tifo soltanto,
dal principio delle ostilità. A pena 11
dei malati erano vaccinati, 28 aveva-
no ricevuto una infezione sola o la
loro inoculazione risaliva a più di due
anni e 173 non avevano subito vacci-
nazione alcuna.
• « *
Con che cosa si fa il pane?
Nell’attuale deficenza di grano è da
osservare che non sempre e non da
per tutto il paese si fa col frumento:
talora si adoperano le mandorle, le
noci ed altro. L’America del Sud, per
la panificazione, fa un gran consumo
di arachidi (leguminose fra cui è il
così detto “pistacchio di terra”)prove-
nienti dalla Virginia, dalla Carolina,
dalla Georgia. Si adoperano anche i
grani di papavero, la farina di casta-
gne e la farina di riso, Anticamente,
gli abitanti delia Tracia facevano il
pane con la farina della radice trian-
golare e spinosa del così detto giglio
d’acqua. In Libia seccavano le more
di gelso e ne facevano una farina la
quale (dicono) aveva il difetto di pro-
vocar la caduta dei capelli: tanto che
i più grandi mangiatori erano tutti cal-
vi! Gli egiziani facevano il pane me-
scolando farina e chicchi di frumento
interi. In Isvezia, in Lapponia, in I-
slanda mescolano alla farina la pol-
vere di pesci disseccati nonché la pol-
vere di pomodori secchi. I contadini
irlandesi, poi, mischiano alla farina
una specie di alga che è abbondante
sulle coste d’Irlanda. Dicono che in
questo modo ottengono un pane squi-
sito: ma forse è meglio ammirarlo
per fama che farne la prova....
* * *
Il valore della cenere.
Ora che l’interruzione del commer-
cio con la Germania, causa la guerra,
costringe gli Stati Uniti a cercare al
trove le 250 mila tonnellate di potas-
sa che annualmente importavano da
le fabbriche tedesche, molti pensano a
tornare all’antico utilizzando la cenere
di legna che ora viene gettata via ma
che tre secoli fa costituiva un’indu-
stria rimunerativa poiché la si opdot-
tava dalla Virginia in Inghilterre al
prezzo di $30 a $ 40 la tonnellata. Si
calcola che l’America produca adesso,
come residuo della combustione della
legna, più di un milione di tonnellate
di cenere all’anno. Sei chili di cenere
ne possono dare uno di potassa e quin-
di da un milione di tonnellate di cene-
re se ne ricaverebbero 150 mila di po-
tassa: ciò’ che, ai prezzi attuali del
mercato rappresenta una ricchezza di
dodici milioni di dollari.
* ♦ ♦
Il commercio inglese e la guerra.
Le statistiche del commercio estero
inglese recano che durante il mese di
febbraio le importazioni salirono a
326 milioni e 600 mila dollari con un
aumento di oltre 16 milioni in confron-
to del mese corrispondente dell’anno
scorso. Tale aumento eccezionale, da-
to il perdurare della guerra, è in gran
parte dovuto alla maggiore introduzio-
ne di generi alimentari. Le esportazio-
ni diminuirono invece di 75 milioni di
dollari in cifre tonde in confronto del
febbraio 1914 poiché superarono di po-
co i 136 milioni. Causa della diminuzio-
ne è naturalmente la chiusura dei mer-
cati tedeschi, austriachi, russi e bal-
canici.
* * *
Gli effetti della guerra.
La presidenza della Società della
Croce Rossa, su dati ufficiali e non, ha
reso pubblico un suo comunicato, in
cui sono fatti i totali delle perdite de
le nazioni belligeranti.
Nel numero sono compresi morti e
resi inabili, feriti ed ammalati.
Le cifre esposte della Croce Rossa
sono le seguenti: Belgio 162.000! Ser-
bia 232.500; Inghilterra 384.000; Fran-
cia 1.621,000; Russia 2.627.500; Allea-
ti teutonici (Germania ed Austria)
1.990.500; Austria-Ungheria 1.250.000.
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ed egli vi spie-
ghera’ subito &
la maniera u
E’ autentica ed è capitata ad un ne-
goziante di vini ed olii che me l’ha
raccontata.
Era da pochi giorni che aveva as-
sunto al servizio una giovane ciociara,
ancora completamente da sgrossarsi,
e le aveva detto, uscendo di casa:
— Senti, Caterina, se in mia assen-
za telefonano da Firenze, prendi quel
ricevitore, mettilo all’orecchio, ascolta
e tieni a mente quello che ti dicono.
— Non dubiti, signorino.
Era appena uscito di casa il nego-
ziante che il telefono incomincio’ a
scampanellare e Caterina seguì la pre-
scrizione del padrone.
— Pronti, sono Ampollini, il vostro
fornitore di Firenze. V’avverto che vi
spedisco mille litri d’olio a due e die-
ci; preparatevi a riceverlo.
Mezz’ora dopo il negoziante ritorno-
va a casa e rimaneva stupefatto nel
vedere la fantesca che teneva un
grande catino sotto l’apparecchio te-
lefonico.
— Che diamine stai facendo, Cate-
rina?
— Signorino, quando ve ne siete an-
dato, mi hanno gridato al telefino che
ve mannaveno mille litri d’olio e che
bisognava "sta pronti a ricevello....
E’ più di mezz’ora che so’ qui pronta
cor catino, ma l’olio nun comincia a
scolà!
Ad un cassiere novellino della Ban-
ca d’Italia, si presenta Leonida Cian-
ciaponi per la riscossione di un vaglia
cambiario. Il giovane impiegato chie-
de che lo si attenda un momentino, e
intanto si precipita all’apparecchio te-
lefonici; mettendosi in comunicazione
col proprio direttore.
— Senta — espone — un tale, che si
qualifica per Leonida Cianciaponi, vor-
rebbe cambiare un vaglia cambiario...
— Ci sono due testimoni noti che
attestino la sua identità? — domando’
il superiore, interrompendolo.
— Sì.
— E allora di che dubita?
— Ecco : malgrado il suo nome (Leo-
nida), costui veste da uomo ed ha un
aspetto marcatamente maschile!....
, — Paghi, Paghi pure, senza preoc-
upazioni! — Dovrebbe ricordarsi che
|Leonida è quello dei trecento!
. Al che il cassiere, alquanto risen-
! Eto:
— Dei trecento? E’ quello dei mille,
dico io.... poiché presenta un vaglia
cambiario di mille franchi!
Un amatore di autografi ha trovato
un mezzo economico per arricchire la
propria collezione. Quando desidera il
campione calligrafico di un illustre
personaggio, gli scrive la seguente let-
terina :
“Egregio signore,
“Una persona che si qualifico’ co-
me inviata da lei è venuta nel mio ne-
gozio, e mi ha fatto a nome suo, delle
ordinazioni importanti. Io spero che
ella non troverà’ strano che io la pre-
ghi di voler essere tanto gentile da
confermarmi per iscritto le commissio-
ni verbali ricevute”.
Il personaggio si affretta a prende-
re la penna per scrivere al negoziante
avvisandolo che è stato vittima di u-
no scherzo.
Pessimista: — La vita diventa sem-
pre più cara. Non si può’ tifare più
avanti. E’ impossibile trovare un gene-
re che non sia terribilmente aumentato
di prezzo.
Ottimista: — Non esageriamo. Ecco,
per esempio, cosa dice il giornale di
oggi: “Un tizio ha dato ad un altro
quattordici coltellate per venti soldi”.
— lersera eravate a passeggio colla
cuoca della mia fidanzata. Totini? —
chiesi ad una recluta stamane.
— Sì, signor tenente! — rispose que-
sti, franco. Poi, avvicinandomisi un
po ed abbassando la voce mi doman-
do’: — Mi dica, signor tenente. Cosa
vuol mangiare domenica, dalla fidan-
zata?
— Mamma — chiede Mariuccia — la
gente in lutto porta la camicia da not-
te nera?
— No di certo: che idea!
— Allora di notte non si sente lo
stesso rincrescimento per la morte del
parente che si prova il giorno?
Il racimolatore.
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James Madison—“ Father of thè Constitution’*
ANHEUSER-BUSCH • ST.LOUIS,U.S. A.
Means Moderatimi
~Lisitnrs fo Lt. Louis are courteously itrvited to inspect
ourp'.ant—cover s 142 acres.
TL QUARTO PRESIDENTE degli Stati
-L Uniti considerò grande onore esser di-
chiarato Padre della Costituzione quanto
il venir eletto due volte al più alto ufficio
nel favore dei suoi cittadini. Studioso più
ardente, più intelligente, più accorto e
più costanre nei problemi governamentali
come Madison non è mai vissuto. Fu una
passione della sua intera vita. Egli fu
quello che lavorò con tutta la sua gigan-
tesca abilità e indomabile volere per ave-
re profondamente fissi nella nostra legge
Nazionale quei vitali principii per garan-
tire sempre a tutti gli americani la Liber-
tà Religiosa, Commerciale e Personale.
Nella vita privata egli era geniale, sociale
— anche sobrio. Molti di quegli spuman-
ti bicchieri di ottima birra egli bevve col
suo intimo amico Thomas Jefferson —
“Padre della Dichiarazione dell’indipen-
denza”. Madison morì a 85 anni di età e
Jefferson a 83; entrambi si opposero inal-
terabilmente alla tirannica legge del Proi-
bizionismo, e difesero la legislazione che
incoraggiava l’industria della birra. Se-
condo i dogmi della Costituzione, alla
quale Madison consacrò il migliore del
suo genio, Anheuser Busch, 58 anni fa,
fondò la sua grande istituzione. Oggi 7500
persone necessitano giornalmente per prò»
durre e vendere le sue oneste mescolanze.
La sua principale marca, la famosa BUD-
WEISER, è venduta attra-
verso il mondo civile — la QkS
bevanda dei vostri antenati
— la bevanda dei più nobili flMft
uomini, finora vissuti — la
bevanda delle grandi e trion- ImM
fanti nazioni. La vendita de
la BUDWEISER supera JgML
di milioni di bottiglie qual- 4*''
siasi altra birra. affi
No orders will be received from nor shipments made into any prohibition territory in this State.
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Ludovici, Ralph. La Stella del Texas (Galveston, Tex.), Vol. 4, No. 20, Ed. 1 Saturday, May 15, 1915, newspaper, May 15, 1915; Galveston, Texas. (https://texashistory.unt.edu/ark:/67531/metapth1183338/m1/3/: accessed July 7, 2024), University of North Texas Libraries, The Portal to Texas History, https://texashistory.unt.edu.; crediting Rosenberg Library.