La Stella del Texas (Galveston, Tex.), Vol. 6, No. 13, Ed. 1 Saturday, March 31, 1917 Page: 3 of 4
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NOTE di VARIETÀ’...
Un corrispondente . londinese del-
l’Eclair manda a diversi giornali no-
tizia di una curiosa esperienza fatta
dal direttore d’un grande magazzino.
Egli aveva la convinzione che le don-
ne generalmente fossero più oneste
degli uomini.
Per avere la prova dell’esattezza
della sua convinzione, mandò a 50 uo-
mini e a 50 donne sotto busta una som-
ma in condizioni tali che era impossi-
bile alla persona che riceveva la let-
tera di non accorgersi che vi era er-
rore e che il denaro non era diretto
ad essa.
Le cento persone scelte non apparte1
nevano affatto alla categoria della po-
vera gente per la quale la tentazione
puoi essere troppo forte: erano tutte
persone benestanti- Ebbene, delle 50
donne, 34 ritornarono il denaro, spie-
gando in un modo o 'nell’altro, che vi
doveva essere errore: dei 50 uomini,
37 giudicarono diversamente, e-trova-
rono più semplice e saggio di tenere
il darono e di non dir nulla.
--------o--------
LA STELLA PIU’ VICINA
L’Illustre professore Boccardi, diret-
tore del Regio Osservatorio di Pino
Torinese, dice:
“Finora ritenevasi che la splendi-
dissima Stella “Alpha” del Centauro
(sempre invisibile nei nostri climi),
fosse la più vicina a noi, invece ades-
so si è trovata una stellina di gran-
dezza inferiore alla IOa e sempre visi-
bile per noi, la quale ha il massimo
moto proprio (10”,29) e la massima
paralasse, cioè di un secondo di arco.
La luce impiega anni 3.26 a giungerci
da detta piccola stella, la quale si av-
vicina ai nostro sistema solare con la
velocità di 91 chilometri al minuto se-
condo. Essa ci raggiungerebbe in po-
co più di 10 mila anni, se il suo moto
orbitale non cambiasse col tempo il
suo moto verso di noi.
--------o--
L’ALBERO DEL BURRO.
Nella Guinea, specie nella regione
della Sierra Leone, si coltiva un albe-
ro che produce un burro commestibile,
il cui sapore e le cui qualità si avvici-
nano molto a quelli del prodotto natu-
rale. Il burro in questione si estrae dal
frutto: una specie di noce contenente
una popa tenera, protetta da una pel-
licola che si può levare facilmente allo
stato di perfetta maturità. Il burro
estratto viene impiegato specialmente
dalle fabbriche di cioccolata, ed in
America fa concorrenza fortunata alla
margarina, alla quale è molto superio-
re; perciò se ne esportano quantità
notevoli. L’albero raggiunge lo svi-
luppo massimo in capo a venticinque
anni.
--—o--
QUANTO VINO SI PRODUCE NEL
MONDO.
In base alle più recenti statische e
prendendo la media produzióne degli
ultimi anni, il prof. Marescalchi, pre-
sidente della Società viticultori italia-
ni, colcola che mentre la produzione
mondiale del vino nel 1909 era valu-
tata a 158 milioni di ettolitri, oggi essa
si aggira sui 183 milioni. In Europa si
producono oggi 160 milioni 300 mila
ettolitri in Africa 8,800,000 in Asia
300,000, in America 13,350,000, in Ocea-
nia 250,000. Il vecchio continente è
sempre il miglior produttore di vino-
La Francia ne dà 60 milioni di etto-
litri, l’Italia 55, la Spagna 16, il Por-
togallo 7, l’Ungheria 6, l’Austria 4, la
Russia 3 e mezzo, la Germania 2 e
mezzo, la Bulgaria e la Grecia 2, la
Rumenia 1.600.000, la Turchia 900,000,
la Svizzera 800,000, la Serbia 700,000,
Cipro e Malta 300,000. In Africa il pri-
mato spetta all’Algeria con 8 milioni
di ettolitri; seguono la Tunisia e la
Colonia del Capo, ciascuna con 400,000,
in Asia la Turchia ne dà 300,000. In
America la produzione maggiore spet-
ta al Cile con 7 milioni; l’Argentina
non arriva ai 4, gli Stati Uniti ne dan-
no 2.
--o------
I NUMERI ARABI.
I numeri che usiamo comunemente
vengono chiamati da tempo immemo-
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sto è un errore, mentre i nostri nume-
ri sono di origine indiana e rimonta-
no ad alcuni secoli prima dell’era cri-
stiana. Nel tredicesimo secolo, Leo-
nardo da Pisa li portò in Europa, dove
il loro uso si diffuse rapidamente. An-
cora oggi i musulmani di Egitto li
chiamano numeri indiani.
--o--------
CAPOLAVORI ITALIANI IN
ESPOSIZIONE A BOSTON.
Boston, Mass.' — Due preziosissimi
quadri, del famoso pittore Cappaccio,
scoperti recentemente in una casa in
Italia dove erano stati dimenticati per
quasi 400 anni, sono stati esposti al
Boston Museum of Fine Arts.
I preziosi dipinti appartengono ora
ad un ricco veneziano, senatore del
Regno. j
L’ANTIMILITARISMO AL
TEMPO DEI ROMANI
L’antimilitarismo non è, come si cre-
de generalmente, una produzione dei
tempi moderni. Questo fiore del so-
cialismo, dell’egoismo o dell’individua-
lismo è un fiore di tutti i tempi. Esi-
steva sotto l’antica Roma come ai
giorni nostri. Infatti la Repubblica ro-
mana, essenzialmente militare, aveva
nel proprio programma, perfettamente
realizzato del resto, la conquista con
le armi del mondo intero.
Non industria fioriva allora, non il
commercio, ma la milizia: non c’erano
che dei soldati, e, nell’intervallo delle
guerre, degli agricoltori.
Roma domandava alla guerra la
maggior parte degli oggetti estranei
alla coltura della terra. Ogni romano
viveva del prodotto del suo campo e
della sua parte di bottino in ogni guer-
ra fortunata, e la guerra era quasi
sempre fortunata- La guerra adun-
que era non solo nei costumi, ma una
necessità dell’esistenza.
Ciò nonostante a un dato momento
la Repubblica fu messa in pericolo dal-
l’antimilitarismo. Si era al principio
dell’anno 275 avanti Cristo. I consoli
Mario Curio Dentato, plebeo, e Lucio
Cornelio Lentulo, della classe patrizia,
erano appena stati nominati. L’oriz-
zonte politico era torbido. I lucani, i
sanniti, battuti l’anno precedente dal
console Fabio, riprendevano la guer-
ra. Il Re Pirro, ritornato dalla Sicilia
dietro le istanze dei tarantini, si pre-
parava a marciare su Roma. Il Sena-
to ordinò la formazione di due armate.
* * *
La gioventù romana cominciava ad
arricchirsi; preferiva i piaceri dell’o-
zio alla dura disciplina del campo. Pa-
recchie riunioni pubbliche furono tenu-
te: vi si svilupparono le teorie care,
più tardi, a M. Hervè ed amici; furo-
no approvate e tutti i cittadini giura-
rono di non arruolarsi.
Infatti i registri aperti in Campido-
glio e sulle piazze pubbliche, presso i
quali stava un tribuno ed un bandi-
tore, rimasero così tre giorni intieri
senza raccogliere un sol nome. La si-
tuazione diveniva grave. Il Senato si
radunò. Si discuteva: non si sapeva
quale misure prendere. Il console
Dentato si alzò:
— Lasciatemi fare — disse —: io
salverò la Repubblica.
Chiamò il pretore, i questori, gli edi-
li ed ordinò di convocare tutte le tribù
per l’indomani alla terza ora, in Cam-
pidoglio.
All’ora stabilita, tutti, curiosi ed in-
quieti, erano presenti. Si ignorava il
motivo della convocazione. Il conso-
le si avanzò.
— Pretore — ordinò egli. — Metti il
nome delle tribù nell’urna ed estrai a
sorte. Dobbiamo arruolare quaranta-
mila soldati. Cominciamo oggi; con-
tinueremo domani e nei giorni succes-
sivi-
Il pretore obbedì ed estrasse il nome
della tribù Follia. Ed avendo aperto
il registro, gridò il nome:
— Anco Pollio Rufo!
Nessuno rispose.
— Anco Pollio Rufo; — ripete il
console.
Nuovo silenzio.
— C’è sulla piazza? -— domandò il
console dopo un momento.
— Si — disse una voce —; ma rifiu-
ta di arruolarsi ed ha ragione.
— Littori — ordinò il console — an-
date a cercare Anco Pollio Rufo.
L’ordine fu eseguito e il giovane fu
condotto sul palco.
— Vuoi arruolarti? — gli chiese il
console.
— No: io non voglio battermi contro
persone che non conosco, che non ho
mai visto, che non mi hanno fatto al-
cun male. Non voglio abbandonare
la mia casa e il mio campo per arric-
chire i patrizi.
— Bravo. — gridò la folla —: ha ra-
gione.
— Littori! — esclamò il console —:
fate far silenzio!
Poi volgendosi verso il pertore: .
— Pretore, metti i beni di quest’uo-
mo all’asta. C’e — aggiunse vedendo
•un senatore vicino a lui fare un segno
— un compratore a centocinquanta se-
sterzi ?
La folla mormorava ma non osava
protestare troppo forte, perchè tenuta
in rispetto dai littori. r I sette ingerì di
Anco e la sua casa vennero aggiudi-
cati al. senatore.
Il giovane s’incamminava per di-
scendere dal palco, protestando.
— Fermati — gli disse il console —
Pretore — continuò egli — metti que-
st’uomo in vendita.
— Vender me? — esclamò Anco.
— Sì, te La Repubblica non ha bi-
sogno d’un cittadino che non sa ob-
bedire. (Non opus esse eo eie reipubli-
cae qui parere nesciret, dice Valerio
Massico.)
— Io protesto — riprese Anco —Tri-
buni, difendetemi. Mi pongo sotto la
vostra protezione.
I tribuni si appressarono, deliberaro-
no un istante, poi l’un d’essi dichiarò:
— La tua causa non è difendibile.
Noi ti abbandoniamo.
Anco fu aggiudicato come schiavo
per 200 sesterzi.
Il console Dentato riprese il registro
e chiamò:
— Attilio Pollio Bibulo!
— Presente! — rispose tosto un gio-
vanotto avanzandosi per arruolarsi.
E l’arruolamento continuò.
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SPIRITOSAGfiINL...
piu’ o memo spiritose
EPISODIO DELLA GUERRA BOERA.
Due reggimenti nemici stavano trin-
cerati, uno contro l’altro, a brevissima
distanza, e tanto da una parte che dal-
l’altra erano stati fatti prigionieri de-
gli ufficiali. Intavolarono delle tratta-
tive.
— Voi avete fatto prigioniero un no-
stro generale — dicevano gli uni. —
Rendetecelo, e noi in cambio vi ren-
deremo due colonnelli.
— Non accettiamo! — risposero gli
altri.
— Vi daremo due colonnelli ed un
maggiore — insistettero.
— Nemmeno!
— Due colonelil e due maggiori...
— Neanche!—persistettero. Si vede
però che dovevano difettare di viveri,
giacché aggiunsero —: Mandateci un
pacco di salami ed avrete il generale.
FRA AMICI A TARDA NOTTE.
— Amico mio, abbi pietà di un po-
vero uomo che deve tornare a casa e
presentarsi a sua moglie.
— Colaggio, amico mio, coraggio!
Ringrazia il cielo che non sei un sul-
tano.
CHIAMATA A TESTIMONIARE.
— Favorisca — dice l’avvocato del-
la parte civile — di ripetere le parole
pronunciate dall’accusato a carico del
mio cliente, esattamente come le in-
tese — Oh non sono parole da pronun-
ciare in faccia a gente educata! pro-
testa con fuoco la teste. In tal caso —
insiste l’avvocato — le dica piano al
signor giudice.
FRA VAGABONDI.
J. B. Adoue, Presidente George Miller, Cassiere
R. E. L. Knight, Vice Pres. W. P. Metcalfe, Ass. Cassiere
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Due vagabondi, miserabili e straccio-
ni, vanno bighellonando per una via
di Firenze, quando uno di loro si fer-
ma e trattenendo l’altro, gli addita in
terra un mozzicone di sigaro:
— Ecco un altro disgraziato nostro
simile.
— Perchè? non comprendo.
— Anche lui, vedi, è un... toscano
sul lastrico.
UN NUOVO SOCIO.
Dai soci di un circolo alpinistico vie-
ne deliberata una lunga e faticosa
ascensione, alla quale prenderanno
parte soltanto i più allenati cammina-
tori.
Si parte in numero discreto.
Un socio nuovo, uomo sulla quaran-
tina e dell’aspetto distinto, si fa mol-
to ammirare, dal principio della gita
fino alla meta, per l’instancabilità del-
le sue gambe e per la sua marcia ve-
loce ed elastica-
— Cha magnifico comminatore per
resistenza e per rapidità! osserva uno
dei gitanti. E dire che non è nemme-
no giovanissimo! Scommetto che sarà
un ufficiale degli Alpini!
— No — risponde un altro — è sta-
to cassiere....
— Ah! capisco!
AVVENTURA DI UN ASCARO.
Un ascaro di un battaglione eritreo,
in ricognizione verso Jefren, incontra
un beduino alla svolta di una strada.
L’uno si. precipita sull’altro, e si pi-
gliano reciprocamente pel collo.
— Ora ti tengo.
— Ed io pure.
— Tu sei mio prigioniero.
E tu sei mio.
— Ebbene.... Tu hai un prigioniero
io ne ho un altro. Se facessimo cam-
bio?
— Sia pure.
E dopo essersi data una stretta di
mano entrambi riprendono la loro
strada.
FRA SCOPA E BOTTIGLIA.
Lo spirito delle cose. Dialogo fra
una scopa dal manico rotto ed un bot-
tiglia vuota in un angolo della cucina-
La bottiglia:
Ah, poverina, in che stato sei ri-
dotta !
La scopa:
— E’ colpa tua, cara bottiglia: se tu
non avessi montata la testa al padro-
ne, sua moglie non mi avrebbe spez-
zata sulla sua schiena!
Chi desidera ottimi libri, di varie specie da
sodisfare i molteplici gusti degli amatori della let-
tura, si rivolga a
La Stella Del Texas
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Marchi, G. La Stella del Texas (Galveston, Tex.), Vol. 6, No. 13, Ed. 1 Saturday, March 31, 1917, newspaper, March 31, 1917; Galveston, Texas. (https://texashistory.unt.edu/ark:/67531/metapth1183761/m1/3/: accessed July 10, 2024), University of North Texas Libraries, The Portal to Texas History, https://texashistory.unt.edu.; crediting Rosenberg Library.