Il Messaggiero Italiano (San Antonio, Tex.), Vol. 22, No. 33, Ed. 1 Saturday, April 20, 1912 Page: 3 of 4
four pages : ill. ; page 24 x 18 in. Digitized from 35 mm. microfilm.View a full description of this newspaper.
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Plegano II loro dorsosulle légua e carbone aorportano lapolvere, 1*
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PARTE PRIMA
LA BUSTA NERA.
— se tu parli, assassino, se
tninacci ancora, ed iusulti, sai
quai sorte ti aapetta!
Questa voce risuoné fort* al
le sue orecchie e aospo nel suo
folle terrore.non riconobba piii
la voce délia governante; né
ebbeforza di rispondere.
poi tutto piombô nel silenzio
Trascorse qualche minuto pri
ma che aospo si movesse, poi a
poco a poco rialzô il capo e gi-
rô intorno a lui gli occhi imar
riti e corne spenti. si trovava
aolo nel padiglione. La luce del
la lampada si apandeva e proi
ettava sulla tappezveria delle
ombre smisurate; dalla porta
apei ta veniva un soffio d'aria,
che agitava la fiamma ed allo
ra quelle omtre parevuno muo
versi, allungarai, cangiare di
posto.
Kospo balzô in piedi come
colpito da unacommozionegal
vanica e in due salti si trovô
fuori del padiglione.
Allora solo respiro e poté ri
cuperare il sentimento del va-
ro.
cercâ di riacquiatare H aua
audacia, disse che infine egli
nulla aveva veduto, che Nina
aveva giuocata una commedia
persparventarlo; ma invecedi
tornare nel padiglione,sali cel
a sua caméra. Nel passare di
nanzi all'uscio délia governan
te, si accorse che era chiuso a
chiave. Allora mandô una sor
da bestemmia; e, senza fermar
si, raggiunse il suo létto. Vi si
gettô sopra senza svestirsi. il
sonno ai ostinô a fuggire dallé
sue palpebre, il suo cuore stret
to da una vaga angoscia conti-
nuava a palpitare con forza,
mentre mille visiom fintisti-
che e terribili passavano a ri
pajeavano minacciose nel buio
che regnavagli intorno.
Le aua conturbata inimagina
ziona gli mostrô cento vol te in
in quelle ore mortali délia not
te, la contessa Bianca, pallida,
intorno.
x quel cadavere che si don-
dolava lentemente dinanzi à
ui, gli produceva uua doloro
sa oppreasione.
Vi fn un momentochegli
parvn che quella morta si avvi
cinaase talmente a lui, che la
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bocca di lei era quasi a livello
délia sua.
a quella bocca era contorta
in guisa beffarda;da quelle lab
bra gonfle, livide, immobili, u-
sciva una voce che pareva Ion
tana e che diceva:
— ouai a te aospo.... se osi
toccar Nina,se osi guardare mia
figlia. Fra te.... e loro — ci
sonoie, io tua vittima!
b quel cadavere che pareva
sospeao da un potete occulto
nel vuoto,si avvicinava sempre
piii e il viso dalla morta urt"
contro il suo.
aospo mandô un grido acuto
e la sensazione provata fu taie
cae balzo asedere sul letto.co
g'-i oocchi stralunati ed un ner
voso sussulto in tutte le mem
brs.
La vision era scomparsa
aospo si trovava solo.
Allora voile far nascere in sé
l'idea di essere stato zimbello
di un orribile sogno |e si ricori
cô col viao sotto la lenzuola.
Ma non poté dormire e solo
all'apparire del giorno, il miae
rabilericuperô intieramente la
calma e la luciditâ di mente.
b' Nina che mi ha riempita
la testa di spettri e di fantasmi
— disse, mentre si rinfresca va
il hiso, orribilmente alterato
persalvarsi mi ha fatto pa
ura Bisogna cheio parli al
conte.
k riordinati alqunnto gli abi
ti, e cercando di dare al suo vi
so una serenitâ, smentita dal
pallore • dal cerchio nerastro
e profondo che gli circondava
gli occhi abattuti, stunchi, u
sci dalla sua stanza per avvisa
ri nell'appartamônto del suo
padrone.
PARTE SECONDA
i maet1ki DKLL'aMORE.
I.
1K
M
Una bella carozza chiusn, a
due cavalli, si era fermata sot
to il vestibolo di un severo pa-
lazzo, ai piedi d'uno scalone,
dove stava un domestico in li-
vre*, brut.tissimo, gobbo ed u-
na vecchiettaarzilla, che face
va mille inchini rispettosi.
il domestico apri losportello
ed un recchio dall'arid. rispet-
tabile, acese per il primo, segui
to da una bella giovane bruna,
ira il marchese Aleasaudro
Monaldi con sua nipote.
oiuditt* senti stringersi il
cuore alla vista di quel palazzo
in cui le pareva di dover seppe
ire la sua giovinezza,il suo sor
riso.
— Kppure — pensava la fan
ciulla — io non potevo rifiuta
re l'offerta di mio zio, che mi
porge l'occasione di riabilitare
a memoria di mio padre. Bp-
poi non era conveniente pèr
me, «he continuassi a vivere
sotto il tôtto del generoso san
terno. ta société, pensa sem
pre al maie: si, ho fatto bene
ad acconaèntire.
b oiuditta, animata da que
ato pensiero, accettô la mano
dello zio e balzô lesta o leggie
ra dalla vettura.
il marchese le presento allo
ra santina, come la sua gover
naute e diede ordine a questa
Nol garantlamo la lurlna "PIO
MKBR " e tutt« la sue gradailoal
portanti «tampato Pioneer Flour
UIUh dl non eaaer colorato or Imbt
anchlts da preparailonl chlmlehe
gaasl or ognl altro procaaso non na
turale. s volât* la qualltâ pura, «a
lutllera notât* Il nom* " PIONIER
FLOU H MILLë " lu ognl aaeco.
di condurre oiuditta nella ca
mera giâ preparata per la fan
ciulla.
B^li stesso sali alla sua, sen
za por mente cha Bobi e xomo
10 seguivano.
il colosso non si era neppure
loltala livres e teneva sempre
in capo la lucida tuba; ma il
suo viso pareva raggiare di au
dacia, di sfaontezza..
Quando il marcheae, entran
do nella suaQcamera, senti i pa
si dei servi dietro di sé, si mor
se le labbra, ma non diede al-
cun segno di malcontanto.
— Bobi, aiutami a togliermi
11 pastrano — disse — e tu uo
moattizza un pô quel fuoco.
ï dua servi obbedirono,
— Avete veduta mia nipote?
— chiese intanto il marchese-
— Un bel pezzo di ragszza,
che mi sembra molto risoltki
— esclamô Bobi — Giâ, ve lo
dissi altravolta. Vostra nipo
te deve essere un bel tomo.
Klla perô non diffida: ha
creduto al mio periimento: é
persuasa che io ricercherô le
curtô che appartenavano a suo
padre, ed ha accoltocon raolta
nobilitâ l'offerta di venire con
me. oiulio non erf forse del
suo parere: quel mariuolo dif
fida: ma oiuditta gli sussurrô
due parole all'orecchio, che ba
starovo per farlo divenire umi
le e sottomesso, e fargli dichia
rare d'esser contento,che la so
relia venisse ad abitare con me
— Sicché li avete entrambi
nelle nelle mani e quando vor-
rete sbarazzarvene.... — disse
Bobi, sorridendi con vivacitâ.
— Adagio.... adagio,io non
uso far le cose alla spiccia —in
terruppe il marchese — voglio
pensarci beue, prima di agire.
Intanto desidero che dinanzi a
oiuditta non visfugga una so-
la parola, un sol gesto, che pos
sa far cospettare la nostra inti
mita, inoltre dovete usare con
lei ogni rispetto, ogni riguar-
do.
— State sicuro esclamô
Bobi — che vostra nipote non
avrâ lamentars' di noi.
— Vabenissimo: badapure
Bobi, che tua madré moderi un
pô la lingua.
Ci ho giâ pensato: Santi-
non diré che quello che deve
dire e puô tornare a nostro va
taggio.
il marchese stette per un se
condo silenzioso.
Se non avete piu bisogno
di noi, andremo —disse MO
mo col suo brusco cipiglio.
tu vai pure — rispose il
marchese ma Bobi aspetti un
momento, gli devo dare alcu-
ni ordini.
Momo usci senza fare alcuna
obbiezione.
Bobi sedette famigliarmente
in faccia al marchese.
— che avete a comandarmi?
— Devo mandarti fino a por-
ta Romana.
Bobi proruppE in uno scro-
scio di risa sgangherate. il ma
chèsd aggrottô le ciglia.
— Ebbene, perché ridi ades
so?
— perch^ penso che voi, da
tutti creduto un puritano, par
dete la testa e l'oro dietro una
donnaccia!
il marchese l'interruppe con
un gesto vibrato.
— Non una parola di piii, o
v.ido davvero in collera—escla
mô col volto infiammato, e le
orecchie scarlette — il denaro
é mio e posso gettarlo come mi
pare. E dietro a Lalla vi per
derebbe la testa qualchedun al
tro.
.Bobi non rifiatô: ma unsog
ghigno gli apparve sulle labbra
UNA PAROLA A UOMINl E DONNE
ESPOST1 ALL'ARDUO LAVORO
Se anche voi siete uno di quelli che, come la maggior
parte di noi, devono lavorare per vivere, e questo co-
stante lavoro comincia a leggervisi sul volto; se, di
conseguenza, vi sentite logoro e sfinito, con dolori in
questa o quella parte, il
LOZOGO
DEL DR. PIETRO
è proprio la medicina che vi bisogna.
Nessun caso è stato cosi cattivo, nessuna malattla
cosi grave, che questo vecchio rimedio estratto da
erbe, sperimentato dagli anni, non abbia fatto del bene.
Tiene in suo favore un record mai interrotto dl
splendidi risultatl per la cura di malattie, come
REUMATISMI, LA GRIPPE, DISPEPSU, AWE-
LENAMENTO DEL SANGUE, STITICHEZZA,
MALATTIE DEI ROGNONI, MAL DI FEGATO,
MALARIA, MALI DELLA PELLE, MALE DI STO-
MACO, CATARRO E MAL DI TESTA.
Il Lozogo è una medicina preparata onestamente
con pure radici ed erbe elargitrici di salute, raccolte
sui campi délia natura. Per pià di cento anni è stato
una vera benedizione per uomini e donne che avevano
perduto la salute.
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Torre, A. F. Il Messaggiero Italiano (San Antonio, Tex.), Vol. 22, No. 33, Ed. 1 Saturday, April 20, 1912, newspaper, April 20, 1912; San Antonio, Texas. (https://texashistory.unt.edu/ark:/67531/metapth398636/m1/3/: accessed July 18, 2024), University of North Texas Libraries, The Portal to Texas History, https://texashistory.unt.edu.; crediting UT San Antonio Libraries Special Collections.